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Londra vissuta dagli Italiani ...

St. Peter's Italian Church

Sulla pagina principale, al terzo capoverso abbiamo trattato brevemente della venuta degli Italiani a Londra ed abbiamo ricordato come la presenza italiana nella capitale britannica sia remota, visto che i nostri connazionali vi si recarono nei secoli passati soprattutto nei periodi di crisi economica italiana, per ragioni politiche o artistiche. Clerkenwell iniziò a fungere da centro di aggregazione della comunità londinese italiana, che vantava migliaia di persone, stabilitesi lungo la direttrice che collega Clerkenwell a Farrington, nell'area chiamata "Little Italy". Per tale motivo, la concentrazione di Italiani spinse, nel 1863, il futuro San Vincenzo Pallotti a far erigere la Chiesa di San Pietro (Church of St Peter), tuttora in piedi. Tale chiesa è quella che vedete nell’immagine sulla sinistra, la cui denominazione completa, in lingua inglese, è "St Peter''s Italian Church".

Alcune informazioni essenziali sulla storia dell'edificio ci vengono fornite dalla placca dorata collocata accanto all'arco d'ingresso, precisamente sulla destra. Riportiamo quanto si legge su tale targa, con il testo di continuo, a differenza di quanto è sulla placca, per ragioni di spazio:

"English Heritage
Nel 1845 San Vincenzo Pallotti, sacerdote romano e Fondatore della S.A.C. (Padri Pallottini) volle costruire una chiesa per gli emigranti Italiani di Londra. L’architetto irlandese Sir John Miller-Bryson prese come modello la basilica di San Crisogono in Trastevere a Roma. Doveva contenere 3.400 persone ma fu molto ridimensionata. All’epoca era l’unica chiesa in stile Basilicale romano costruita In Gran Bretagna. Fu aperta e consacrata il 16 aprile 1863 come “Chiesa di San Pietro per tutte le Nazioni”. E’ monumento nazionale (Grado II*)".

Abbiamo sottolineato nel sito che oggi le ragioni che spingono noi Italiani a raggiungere Londra e, più in generale ad emigrare, sono assai distinte da quelle che calamitarono qui gli Italiani nel XIX secolo: la fame, la miseria più nera!!! Gli Italiani, a migliaia, erano concentrati in particolare nell'area di Saffron Hill. Quelli che hanno letto i libri di Charles Dickens sulla estrema povertà di Southwark, con le case fatiscenti, i vicoletti degradati, il sovraffollamento e la promiscuità, i problemi sanitari e di sicurezza, ritrovano qui la versione italiana. E come oggi tanti extracomunitari vengono inviati in Italia dalla delinquenza organizzata e sfruttati a fare i lavavetri agli angoli delle strade (quando gli va bene …), allo stesso modo, gli Italiani vivevano di accattonaggio o svolgevano lavori precari per strada o alle dipendenze altrui. I mezzi di informazione del tempo, efficacemente descrivevano la situazione nella sua drammaticità. Ad esempio, The Times, nel marzo del 1820, segnalava che dei giovani Italiani (nella fattispecie del Parmense) erano stati portati a Londra per chiedere l'elemosina per strada. Un altro giornale, The Penny Magazine, poco più di un decennio più tardi (1833), informava che dal piccolo Ducato di Parma e Piacenza erano giunti dei suonatori di organo che racimolavano qualche penny facendo ballare degli animali (scimmiette, orsi e topi bianchi). Ovviamente, non c'erano solo situazioni estreme, nel senso che, anche nella difficoltà, vi era chi svolgeva lavori meno "disastrati": commercianti ambulanti, musicisti venditori di statuine di gesso, produttori di barometri ed altri strumenti scientifici, specchi e cornici.

Gli Italiani della zona, in assenza di una propria chiesa, esercitavano il culto cattolico presso la Cappella Reale Sarda di Lincoln's Inn Fields. A titolo informativo, sappiate che tale Cappella rientra nella Lincoln’s Inn che è una delle quattro London's four Inns of Court (le altre tre sono Gray's Inn, Inner Temple e Middle Temple). In ossequio ad un'antica tradizione, chiunque voglia diventare "Barrister" nel Regno Unito, deve unirsi ad una di queste Inns of Court e superare, ovviamente, gli esami previsti. L'Archivescovo di Westminster, Wiseman, chiese al futuro San Vincenzo Pallotti di creare una "missione" per gli italiani a Londra. San Vincenzo Pallotti diede l’incarico di comprare un terreno per edificare la chiesa a Padre Raffaele Melia, al tempo, Cappellano della Cappella Sarda. Padre Giuseppe, un sacerdote torinese, anch’esso "pallottino", fornì il suo valido aiuto. Tra l'acquisto del terreno (1853) e l’edificazione dell’edificio religioso intercossero 10 anni, visto che, il 16 Aprile 1863, la chiesa venne inaugurata, come si legge nella targa di cui abbiamo detto in precedenza. E’ naturale che la chiesa sia stata testimone di tanti eventi attinenti alla vita degli Italiani nel corso dell'ultimo secolo e mezzo. Tanti eventi lieti (battesimi), concerti (es. qui ha cantato il celebre tenore Beniamino Gigli) e tristi (funerali). Vi è anche un monumento che tristemente ricorda l'affondamento (1940), da parte da un sommergibile nazista, della nave Arandora Star, mentre era alla volta del Canada, dove sarebbero stati internati gli Italiani trasportati.

St. Peter's Italian Church

St. Peter's Italian Church

Informazioni sintetiche
Borough Islington
Indirizzo 136 Clerkenwell Road, London EC1R 5EN U
Metrop. Farrington, Chancery Lane, Russel Square
Perchè? Dal punto di vista religioso, fu la prima parrocchia italiana a Londra

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