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Londra vissuta dagli Italiani ...

Geoffrey Chaucer

Le vicende relative alla vita di Geoffrey Chaucer sono frammentarie e si basano quasi interamente su documenti ufficiali. I maggiori dubbi sono relativi ai suoi primi anni di vita, anche per quanto attiene alla sua istruzione. In particolare:

Per comprendere l'importanza della sua opera più importante, "The Canterbury Tales" (I Racconti di Canterbury) per la Letteratura inglese occorre ricordare che ai tempi di Chaucer, il Francese era la lingua usata dalla Corte, dai cavalieri, dal clero, era compreso dai mercanti ed era la lingua in cui veniva sviluppata la maggior parte della produzione letteraria. Il Latino era la lingua della Chiesa e dell'alta cultura. Tuttavia, nel XIV secolo, l'inglese si impone come lingua quotidiana, nelle scuole, nei tribunali. In aggiunta, la guerra dei Cent'anni (1337-1453) rende il Francese, agli occhi degli Inglesi, la lingua dei nemici. Il Latino continua ad essere usato nelle università e dalla Chiesa, ma, ormai, l'Inglese inizia la sua penetrazione anche in tali contesti, mentre il Francese diviene una lingua settoriale. Ecco perché quando Chaucer compose i Racconti di Canterbury andò controcorrente, visto che si riteneva che i lavori letterari seri andassero scritti in latino o francese (nelle cui lingue Chaucer era fluente, come pure in Italiano), il che li rendeva comprensibili solo alle persone istruite. Inoltre, l'inglese vernacolare, quello parlato dalla gente, cioè il Middle English, era considerato di basso livello e volgare. La lunga sperimentazione poetica di Chaucer nelle lingue classiche lo persuase che fosse non solo possibile, ma persino desiderabile scrivere finalmente nella lingua vernacolare. Quindi, secondo tale orientamento, Chaucher avrebbe legittimato la diffusione del Middle English, permettendo alla poesia inglese di allinearsi alle grandi letterature occidentali, essendo fino al quel momento rimasta sostanzialmente isolata ad un ambito provinciale ed in posizione subordinata rispetto a quella francese, italiana e latina. In più chiari termini, Chaucer avrebbe elevato il Middle English a lingua letteraria. Per questo, molti lo considerano il Padre della Letteratura inglese, tanto da essere stato il primo ad essere sepolto in quello che sarebbe divenuto l'Angolo dei Poeti (Poet's Corner) a Westminster Abbey. Il Middle English, la lingua fondata sul dialetto parlato nella Londra colta del XIV secolo, che era diversa dal pregresso anglo-sassone, ha rappresentato la base che ha originato l'inglese standard moderno. Tuttavia, vi sono altri che, da un lato, ricordano come l'Inglese nativo venisse già usato da secoli come linguaggio letterario, quindi prima di Chaucer, dall'altro, sottolineano come diversi Autori contemporanei di Chaucer abbiano egualmente scritto importanti lavori in Middle English (es. John Gower, William Langland e "Pearl Poet" o anche "Gawain Poet", nome dato all'Autore del poema "Pearl).
Di conseguenza, sarebbe difficile stabilire se Chaucer abbia rappresentato il "motore" del nuovo corso o se piuttosto sia configurabile come un pezzo (importantissimo) di tale ingranaggio.
E' importante sottolineare in merito ai Racconti di Canterbury che:

  1. Nessuno dei manoscritti di cui disponiamo è frutto della "penna" di Chaucer, cioè, non sono originali, ma copie trascritte da scrivani;
  2. Disponiamo di diversi manoscritti risalenti al XV secolo, che variano tra loro in varia misura, piccola o notevole. Nel primo caso, le differenze sono dovute a errori del copista, mentre nel secondo caso, si sottolinea che Chaucer dovrebbe essere ritornato diverse volte sui Racconti, integrandoli e revisionandoli.
Dei manoscritti ginti fino a noi, due sono ritenuti i "migliori" e presentano piccole differenze, sia in merito al numero dei versi usati per legare i Racconti, che nell'ordine in cui vengono esposti (classificati in base al luogo e data del pellegrinaggio a Canterbury):

La prima edizione stampata dei Racconti di Canterbury, risalente al 1478, deriva da un manoscritto purtroppo andato perduto. Essa si deve a William Caxton, un mercante, diplomatico, scrittore e stampatore inglese, ritenuto il primo ad aver introdotto la stampa in Inghilterra, nel 1476 a Westminster (pubblicò anche una seconda edizione dei Racconti nel 1483). I Racconti sono una raccolta di novelle scritte prevalentemente in versi, endecasillabi in coppie a rima baciata ("heroic couplets", quello che diventerà il verso per eccellenza della poesia inglese), tranne due in prosa. I Racconti sono inclusi in una cornice-pretesto (struttura già presente allora nella Letteratura europea, ad esempio, nel "Decameron" di Boccaccio, si trova la cornice delle "Novelle" di Giovanni Sercambi). Tali Racconti sono preceduti da un "Prologo generale" che illustra come un gruppo di persone di differente estrazione sociale si incontrino alla Tabard Inn di Southwark (Londra), intenti ad intraprendere un pellegrinaggio verso la tomba di Thomas Becket nella Cattedrale di Canterbury, dove venne assassinato nel 1170. Al termine della cena, l'oste Harry Bailly si impegna ad accompagnare il gruppo, ma per al leviare la noia e i disagi del viaggio, propone che ognuno dei trenta pellegrini raccontino delle quattro storie (due all'andata e due al ritorno) ed afferma che avebbe premiato il miglior racconto con un pasto gratis alla Taverna citata al ritorno. E qui scopriamo che i Racconti costituiscono un'opera incompiuta (solo 24 storie in luogo delle 4 x 30 = 120 programmate). Ma cominciamo a leggere un estratto del Prologo, dove si legge quanto sovrariportato, effettuando una comparazione tra il testo di Chaucer in Middle English seguito da quello in Inglese moderno:

MIDDLE ENGLISH

19 Bifil that in that seson, on a day,
20 In Southwerk at the Tabard as I lay,
21 Redy to wenden on my pilgrymage
22 To Caunterbury, with ful devout corage,
23 At nyght were come into that hostelrye
24 Wel nyne and twenty in a compaignye
25 Of sondry folk, by aventure yfalle
26 In felaweshipe, and pilgrimes were they alle,
27 That toward Caunterbury wolden ryde.
28 The chambres and the stables weren wyde,
29 And wel we weren esed atte beste;
30 And shortly, whan the sonne was to reste,
31 So hadde I spoken with hem everychon
32 That I was of hir felaweshipe anon,
33 And made forward erly for to ryse
34 To take our wey, ther as I yow devyse.
35 But nathelees, whil I have tyme and space,
36 Er that I ferther in this tale pace,
37 Me thynketh it acordaunt to resoun
38 To telle yow al the condicioun
39 Of ech of hem, so as it semed me,
40 And whiche they weren, and of what degree,
41 And eek in what array that they were inne;
.......
717 Now have I toold you shortly in a clause
718 Thestaat, tharray, the nombre, and eek the cause
719 Why that assembled was this compaignye
720 In Southwerk, at this gentil hostelrye,
721 That highte the Tabard, faste by the Belle.
792 This is the poynt, to speken short and pleyn,
793 That ech of yow, to shorte with oure weye,
794 In this viage shal telle tales tweye,
795 To Caunterburyward I mene it so,
796 And homward he shal tellen othere two,
797 Of aventures that whilom han bifalle.
798 And which of yow that bereth hym best of alle-
799 That is to seyn, that telleth in this caas
800 Tales of best sentence and moost solaas-
801 Shal have a soper at oure aller cost,
802 Heere in this place, sittynge by this post,
803 Whan that we come agayn fro Caunterbury.

MODERN ENGLISH

19 Befell that, in that season, on a day
20 In Southwark, at the Tabard, as I lay
21 Ready to start upon my pilgrimage
22 To Canterbury, full of devout homage,
23 There came at nightfall to that hostelry
24 Some nine and twenty in a company
25 Of sundry persons who had chanced to fall
26 In fellowship, and pilgrims were they all
27 That toward Canterbury town would ride.
28 The rooms and stables spacious were and wide,
29 And well we there were eased, and of the best.
30 And briefly, when the sun had gone to rest,
31 So had I spoken with them, every one,
32 That I was of their fellowship anon,
33 And made agreement that we'd early rise
34 To take the road, as you I will apprise.
35 But none the less, whilst I have time and space,
36 Before yet farther in this tale I pace,
37 It seems to me accordant with reason
38 To inform you of the state of every one
39 Of all of these, as it appeared to me,
40 And who they were, and what was their degree,
41 And even how arrayed there at the inn;
….
717 Now have I toold you shortly in a clause
718 Thestaat, tharray, the nombre, and eek the cause
719 Why that assembled was this compaignye
720 In Southwerk, at this gentil hostelrye,
721 That highte the Tabard, faste by the Belle.
792 This is the poynt, to speken short and pleyn,
793 That ech of yow, to shorte with oure weye,
794 In this viage shal telle tales tweye,

795 To Caunterburyward I mene it so,
796 And homward he shal tellen othere two,
797 Of aventures that whilom han bifalle.
798 And which of yow that bereth hym best of alle-
799 That is to seyn, that telleth in this caas
800 Tales of best sentence and moost solaas-
801 Shal have a soper at oure aller cost,
802 Heere in this place, sittynge by this post,
803 Whan that we come agayn fro Caunterbury.

L'incompiutezza dei Racconti viene ricollegata dai più non alla sopraggiunta morte, ma soprattutto a ripensamenti di Chaucer in merito all'opera, che avrebbe ripetutamente rimaneggiato, come pure integrato aggiungendo anche nuovi racconti in diverse occasioni. I Racconti relativi al pellegrinaggio della "compaignye" sono inframezzati da prologhi ed epiloghi, la cui funzione è quella di tenere vivo l'interesse per il pellegrinaggio e la competizione. I pellegrini vengono individualmente caratterizzati ed appartengono chiaramente ad una delle classi sociali, eterogenee tra di loro. Quindi i Racconti sono l'occasione per descrivere la multiforme società inglese della seconda metà del XIV secolo. Si dice che Geoffrey Chaucer sta alla Letteratura inglese come Dante Alighieri sta alla Letteratura italiana. Tuttavia, se da un lato, entrambi gli Autori nelle rispettive opere principali (Divina Commedia e Racconti di Canterbury) finiscono per illustrare il loro mondo contemporaneo, mentre la Commedia di Dante è "Divina" perché legata a speculazioni metafisiche, i Racconti di Chaucer vengono sviluppati in una dimensione terrena e quotidiana: Chaucer usa i Racconti e la descrizione dei personaggi per raffigurare ironicamente e criticamente la società inglese del suo tempo.

Abbiamo riportato in un'apposita pagina web delle informazioni essenziali relative ai personaggi che effettuano un racconto, prescindendo ovviamente dal Narratore, Geoffrey Chaucer (che comunque, non è mai specificamente nominato): è facile rilevare che Chaucer rappresenta tutte le categorie sociali dell'Inghilterra del suo tempo, tranne quelle estreme, cioè, quelle più elevate (alta aristocrazia) e più umili (servi della gleba). Si coglie, pertanto, la notevole nostalgia provata da Geoffrey Chaucer verso un mondo in via di estinzione di cui il Cavaliere ed il contadino rappresentano le categorie più elevate e basse, tanto che, unitamente al parroco, sono gli unici personaggi che descrive senza ironizzare, mentre degli altri pellegrini Chaucer evidenzia i peccati e manie, pur senza condannarli.

Sarebbe limitativo ricordare il nome di Geoffrey Chaucer soltanto per il suo capolavoro che abbiamo cercato di tratteggiare in queste pagine: fu un personaggio poliedrico, versatile, aperto verso diverse branche del Sapere, tanto che oltre che come scrittore, la sua fama si estese alla filosofia, alchimia ed astrologia. In aggiunta, Chaucer lavorò attivamente nella Pubblica Amministrazione (fu burocrate, cortigiano e diplomatico). Tra i suoi ulteriori scritti, ricordiamo:

Ci piacerebbe soffermarci anche su queste altre opere, ma, al di là dell'assenza di spazio, ciò esulerebbe dai nostri scopi, pertanto, invitiamo il lettore volenteroso ad approfondire la tematica, visto che il materiale a disposizione è abbondante, sia carteceo che digitale. Buona ricerca!!!!

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