www.italianialondra.it

Londra vissuta dagli Italiani ...

Despotismo normanno e successiva anarchia (1066-1154)

L'esito della battaglia di Hastings (1066) dipese dal fatto che i circa 12.000 militi condotti da Guglielmo il Conquistatore erano ben armati ed addestrati. Tuttavia, la vittoria significò solo formalmente l'unione dell’Inghilterra, visto che non vi fu opposizione immediata. Così Guglielmo venne incoronato a Westminster la notte di Natale. Negli anni immediatamente seguenti, ci furono delle rivolte, ma essendo tra loro non coordinate, consentirono a Guglielmo di sopprimerle una ad una: lo Yorkshire venne messo a ferro e fuoco, nel febbraio 1067, ad Exeter, i Normanni ebbero la meglio sugli anglosassoni condotti dalla Gytha, la madre del Re Harold; nel nord, venne soppressa un’altra rivolta; Hereward the Wake dovrebbe essersi unito ad alcuni di tali ribelli ed era sicuramente in contatto con essi e la famiglia del Re Harold: nel 1070, Hereward progettò un’altra ribellione con il fratello del Re Harold, Morcar Conte (Earl) di Notrhumbria. Il Re danese Swein Estrithson inviò un piccolo esercito in Inghilterra e creò un punto fortificato di difesa nel luogo detto "Isle of Ely" (Cambridge), dove giunsero anche i ribelli anglosassoni compresi Hereward the Wake e Earl Morcar. Tuttavia, vi fu la resa di Hereward the Wake (pare comunque che si trattò di una resa concordata, a seguito della quale egli riebbe le sue terre, di cui si trova notizia nel Domesday Book). Solo a tal punto, l’Inghilterra potè dirsi totalmente sottomessa ai Normanni.

Se la conquista non aveva creato molti problemi, essendo stata abbastanza agevole, il problema era gestire le terre conquistate. La Normandia era lo stato più efficiente in Europa. Guglielmo il Conquistatore combinava il vigore vichingo con il genio latino per l'organizzazione. Il problema però era che non si poteva gestire il controllo diretto (dati i tempi) dell'Inghilterra dalla Normandia. Inoltre, mancavano gli amministratori ed i dipendenti addestrati a gestire l’Inghilterra in suo nome. Per cui, gioco forza, Guglielmo fu costretto a delegare il potere ai suoi conti e baroni imponendo il sistema feudale.

Il primo logico passo, pertanto, fu quello di spossessare i nobili inglesi sopravvissuti ad Hastings e di distribuire i loro averi ai suoi fedeli sostenitori. Quindi, la terra apparteneva al Re, che ne conferiva il possesso ai suoi fedeli (tenants-in-chief, feudatari) grazie ai servigi militari prestatigli, questi a loro volta, ripartivano il possesso delle terre ad i propri cavalieri (sub-tenants o vassalli). Alla base della piramide feudale vi erano i servi (serf, o villain o villein), che pagavano il fitto per i pochi acri lavorando la terra del proprio signore: fino ad allora, sebbene vi fosse stata una certa forma di feudalesimo, in Inghilterra esistevano dei piccoli proprietari terrieri liberi. Da tale momento, ognuno doveva avere il proprio Signore (Lord). In aggiunta, ogni Lord amministrava la giustizia (o meglio ingiustizia) con una propria corte giudicante: si andava da quella dei tenant-in-chief, che si occupavano di dirimere le controversie tra i propri vassalli, a quelle dei villaggi. E’ vero che il Re era rappresentato in ogni Contea (Shire) dallo sceriffo (Sheriff), che presiedeva la corte pubblica, ma generalmente gli sceriffi erano conti feudali ed i giudici cittadini importanti, ma non erano preparati giuridicamente. Non esistevano leggi (il parlamento non esisteva), né norme giuridiche fondate sugli usi e le decisioni giurisprudenziali (Common law). Nel caso il Re avesse voluto qualche consiglio, ascoltava i tenants-in-chief (feudatari) che formavano il Gran Consiglio (Great Council), da cui in futuro sarebbe scaturito il Parlamento. C’era inoltre la Curia Regis o King’s Court formata da alcuni membri selezionati del citato Gran Consiglio, che in breve tempo si specializzò nel campo finanziario e giudiziario. In questo sistema, il livello sociale ed il conseguente potere discendeva dal possesso della terra, al tempo praticamente quasi l’unica forma di ricchezza. L'unità di riferimento fu il "manor", costituito normalmente da terreni aperti e gruppi di piccole case nei pressi di una chiesa. Era qui che vivevano i contadini, legati alla terra che coltivavano. Di norma, vi erano tre terreni aperti, in ciascuno dei quali i contadini tenevano circa dieci strisce a scacchiera dell’estensione di circa un acro, in cambio dei quali lavoravano molti giorni alla settimana per il Lord. Essi avevano una quota nei terreni comuni (coperti normalmente da erba e fiori) ed il diritto di pascolo nei boschi circostanti, ma dovevano macinare il proprio grano utilizzando le macchine del Lord. Qualora il Lord avesse posseduto solo un manor, vi avrebbe trascorso quasi tutto l'anno; al contrario, qualora si fosse trattato di un Lord importante, allora, si sarebbe visto di rado, solo quando unitamente ai suoi servi giungeva per consumare i suoi prodotti agricoli, poiché il manor era autosufficiente, essendo il trasporto dei cibi difficoltoso e le persone erano costrette a raggiungerlo in quanto unica fonte di sostentamento. Prima della conquista normanna, il Lord era ovviamente un Anglosassone, combinandosi liberamente con i suoi vassalli, ora era invece un Normanno che viveva in luoghi remoti in una struttura fortificata di legno in cima ad una altura; si trattava di uno straniero che parlava un francese incomprensibile per i contadini e che si cibava della carne derivante dall’uccisione di mucche, maiali e pecore allevate dai contadini. Si trattava di un sistema severo e rigido, in cui il contadino era tremendamente povero, disponeva di pochissimi diritti nei confronti di coloro i quali si trovavano più in alto nella scala sociale e non poteva abbandonare il manor. Guardando la cosa da un’altra angolazione, tuttavia, si può osservare che egli comunque viveva al sicuro e non pativa la disoccupazione. Il funzionamento del sistema feudale si basava sulla capacità del Re di controllare i suoi vassalli.

In assenza di funzionari pubblici, Guglielmo il Conquistatore, per rafforzare la sua posizione, distribuì le terre del Regno in modo da evitare la concentrazione del potere in poche mani. Vi furono delle eccezioni necessarie lungo gli insicuri confini occidentali (Galles) e settentrionali (Scozia) e furono proprio questi grandi Lord a rappresentare il più grande pericolo per l’autorità regia. Fu proprio dopo la rivolta di uno di questi, il Conte (Earl) di Hereford, che mise i suoi vassalli contro Guglielmo, che questi impose la promessa rendendo i feudatari responsabili direttamente verso di lui, a differenza di quanto accadeva in Francia, al suo immediato "overlord", signore di livello superiore, restringendo notevolmente di conseguenza il potere dei suoi tenants-in-chief. Al tempo stesso, Guglielmo separò le corti religiose da quelle secolari in modo che il clero non fosse soggetto alla giurisdizione feudale, una mossa dal significato notevole. Infine, ordinò la compilazione del Domesday Book nel 1086: un’indagine dettagliata di tutti i manors d’Inghilterra, con l’indicazione di chi ne aveva il possesso, la dimensione, il numero dei contadini, l'ammontare del bestiame ed il relativo valore. Di conseguenza, il Re era messo nella condizione di conoscere con immediatezza il potere di ogni tenant e quanto potesse essergli chiesto in termini di tassazione.

Il quadro delineato fa comprendere che ci trovavamo di fronte ad un dispotismo, un ordine imposto, che vedeva la massima libertà per il Re ed una limitata per i suoi subordinati e servitù per la stragrande maggioranza della popolazione. I baroni mal accettarono tale limitazione del loro potere, attendendo l’occasione per poter manifestare ciò che consideravano essere loro diritti. I proprietari terrieri, come pure i capi ufficiali della Chiesa, i Vescovi e capi dei monasteri, erano quasi tutti Normanni. L'Arcivescovo di Canterbury, inglese, venne sostituito con uno Normanno, Lanfranc, e sotto di lui, il vecchio lassismo inglese venne convertito in efficienza normanna, determinando l’inizio di un grande periodo di costruzioni. I Normanni erano, infatti, grandi costruttori che utilizzavano lo stile romanico arcato "round-arched Romanesque style". Guglielmo il Conquistatore fece erigere la Torre di Londra, Guglielmo II Westminster Hall ed una cinquantina di grandi castelli, da Rochester a Launceston in Cornovaglia, Richmond nello Yorkshire, per tenere a bada gli Inglesi. Le chiese, le cattedrali ed i monasteri, ma anche le chiesette più modeste, come quelle del Cotswolds vennero abbellite con decorazioni e finestre, come a Canterbury, le cui vetrate colorate rappresentano un contributo unico all'arte medioevale. In aggiunta, i monasteri rappresentarono le scuole, le università e le biblioteche che consentirono di tener viva la cultura durante questo secolo triste.

Al dispotico Guglielmo il Conquistatore, seguirono i figli, l'avido Rufus (regno 1087-1100), Guglielmo II, ed il severo ma efficiente Henry I (regno 1100-1135), la cui più significativa aggiunta al sistema amministrativo fu la Court of Exchequer, per meglio incassare le tasse. Si trattò di una riforma molto importante e rappresentò l’inizio della divisione della Curia Regis in dipartimenti specializzati dove lavorava personale preparato appositamente. Il presidente della nuova corte fu il Giustiziere (Justiciar), che divenne il ministro-capo del reame. Henry I fu diede all'Inghilterra la pace e quando morì nel 1135, gli sconfitti inglesi erano disciplinati ed uniti come non mai.

Va sottolineata l'importanza della dominazione normanna, che portò disciplina e determinò unità e legò indissolubilmente l’Inghilterra alla cultura dell’Europa meridionale. In caso contrario, il destino dell'Inghilterra sarebbe stato quello di vedere gradualmente assorbiti dalla Scandinavia i piccoli regni semi-indipendenti.

La morte di Henry I, senza eredi, diede ai baroni l'occasione che stavano aspettando. Vi fu una disputa sulla successione e poiché il Paese era l’insieme di stati feudali, l’ordine degenerò nel caos. Alcuni baroni sostennero la scelta fatta dal Concil, cioè Stephen (regno 1135 – 1154), figlio della figlia di Guglielmo il Conquistatore, mentre altri la figlia di Henry I, Matilda. Ne seguì una guerra civile di quasi 20 anni. L'ultimo compilatore dell'English Chronicle, un monaco di Ely, descrisse gli orrori a cui i suoi campagnoli furono soggetti, usati per erigere castelli. Quelli che erano ritenuti ricchi, vennero privati dei beni e torturati (sia uomini che donne) sottoponendoli a pene indicibili. Si trattò di una terribile caduta nell’anarchia che lentamente portò poi all’ordine. Lo stesso Stephen, era un uomo amabile, ma gli eventi erano fuori del suo controllo. Per fortuna, il nuovo re sarebbe stato uno dei più grandi che mai l'Inghilterra abbia avuto: Henry II (regno 1154-1189).

William the Conqueror, Guglielmo il Conquistatore

Guglielmo il Conquistatore

© Copyright | Mappa | Legale | info@italianialondra.it