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De excidio et conquestu Britanniae

De excidio et conquestu Britanniae (Sulla rovina della Britannia) è il titolo con cui è conosciuta l'opera De excidio et conquestu Britanniae ac flebili castigatione in reges, principes et sacerdotes, scritta da Gilda, in cui l'Autore riporta una narrazione moralistica degli eventi storici della Britannia dalla conquista romana ai suoi tempi, effettuando anche una descrizione geografica del Paese.

Gilda compose il De Excidio al fine di predicare ai suoi contemporanei alla maniera di un profeta del Vecchio testamento, non per raccontare eventi passati ai posteri. Tuttavia, fornisce molti elementi storici, che sono funzionali ai fini del suo discorso, anche se spesso non sono molto accurati. Si tratta, comunque, di un'opera importantissima per la storia dell'Inghilterra, trattandosi di una delle poche fonti britanniche scritte relative al VI secolo, realizzata da un quasi contemporaneo degli eventi britannici del V-VI secolo. La datazione dell'opera normalmente viene fatta attorno al 540, anche se vi è chi la anticipa al primo quarto del VI secolo, o addirittura prima.

Gilda descrive le condizioni della Britannia abbandonata dalle legioni romane tra il 409 ed il 410, e perciò esposta, sin dall'inizio del V secolo, alle incursioni di Pitti, Scoti e Sassoni. Tali incursioni rappresentano per l'Autore il castigo inflitto da Dio ai colpevoli Britanni, ai quali aveva inviato un chiarissimo segno per far capire loro la gravità della situazione, la pestilenza: Gildae De excidio, 22: … pestifera namque lues feraliter insipienti populo incumbit, quae in brevi tantam eius multitudinem remoto mucrone sternit, quantam ne possint vivi humare. sed ne hac quidem emendantur, ut illud Esaiae prophetae in eo quoque impleretur dicentis:'et vocavit deus ad planctum et ad calvitium et ad cingulum sacci: ecce vitulos occidere et iugulare arietes, ecce manducare et bibere et dicere: manducemus et bibamus, cras enim moriamur; Gildae De excidio, 22: Interea volente deo purgare familiam suam et tanta malorum labe infectam auditu tantum tribulationis emendare, non ignoti rumoris penniger ceu volatus arrectas omnium penetrat aures iamiamque adventus veterum volentium penitus delere et inhabitare solito more a fine usque ad terminum regionem.

Innnanzitutto, secondo Gilda, la vulnerabilità Britannia alle incursioni barbare era dovuta al fatto che i Britanni avevano dimenticato il modello di civiltà tramandato dall'Impero romano. Anzi, Gilda si esprime negativamente nei confronti dei Britanni per la loro ostilità verso i Romani, anche se in De excidio non manca di effettuare riferimenti agli abusi compiuti dai Romani. In secondo luogo, i Britanni meritavano la "punizione divina" delle incursioni poiché avevano eletto dei sovrani incapaci e crudeli, che avevano sfribrato il regno con lotte intestine, anziché unirsi e respingere dalla Britannia gli invasori: Gildae De excidio, 21: ungebantur reges non per deum, sed qui ceteris crudeliores exstarent, et paulo post ab unctioribus non pro veri examinatione trucidabantur aliis electis trucioribus; 27: Reges habet Britannia, sed tyranni … belligerantes, sed civilia et iniusta bella agentes.

Anche i religiosi avevano la loro buona parte di colpa, dato che alla debolezza del potere secolare, si affiancava la depravazione del clero: nel De excidio si legge che i sacerdotes erano stolti, senza remore, non pastori d'anime ma lupi famelici, interessati a soddisfare i propri vizi e disinteressati ai bisogni del popolo. Pertanto, la Britannia, era destinata alla disfatta, non potendo essere guidata e confortata dalla Fede.

Tuttavia, nonostante la punizione divina fosse la giusta pena per la decadenza dell'isola, la mancanza di rispetto verso il Sacro e pietà verso gli uomini, il popolo peccatore, l'abulia dei ceti dominanti, non doveva venir meno la speranza della salvezza, ottenibile per Gildas, solo con la penitenza: Gildae De excidio, 24: ut avertatur furor domini a vobis misericorditer dicentis: nolo mortem peccatoris, sed ut convertatur et viva.

De excidio et conquestu Britanniae - Schema di sintesi

Prima parte: spiegazione dell'opera e breve narrazione della Britannia romana dalla conquista fino ai tempi di Gilda (prima fonte storica a menzionare sia Ambrosius Aurelianus, che la vittoria dei Britanni nella Battaglia del Mons Badonicus);
Seconda parte: condanna di cinque sovrani (Gilda è l'unica fonte contemporanea a riguardo, anche se non è nota la ragione della sua acredine);
Terza parte: aspra critica del Clero del tempo, senza che Gilda fornirsca nominativi.

Notizie sulla vita di Gilda

Non è nota l'esatta data di nascita di Gilda (ġìldës) "sapiens" (Il Saggio), Gildas Badonicus, venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica, nonostante che nel De Excidio Britanniae, Egli abbia scritto che la "Battaglia del Monte Badon" o Mons Badonicus, Badon Hill o Mynydd Baddon, in cui si fronteggiarono, da un lato, i vincitori Britannici e Celti, dall'altro, gli sconfitti Anglo-Sassoni si sia tenuta "44 anni e un mese fa, nell'anno della mia nascita". Non solo non è certo il tempo, ma neppure si conosce esattamente il luogo in cui lo scontro avvenne e, conseguentemente, la data di nascita di Gildas, alcuni la collocano nel 516, altri nel 510, altri ancora nel 494 o 493. Forse nato da una famiglia di nobili britannici, venne affidato alle cure dell'Abate Iltud. Presa la tunica (forse verso il 518), iniziò la sua predicazione dapprima nelle zone settentrionali della Gran Bretagna, dove il Cristianesimo era quasi scomparso; poi, a seguito della morte di Patrizio d'Irlanda, che determinò la decadenza del Cristianesimo, si trasferì in Irlanda, dove svolse un'intensa attività volta al rafforzamento della presenza religiosa ed all'integrità della fede. Fu pellegrino a Roma ed al ritorno, eremita, si fermò nell'Isola di Houat (Île-d'Houat), presso la costa bretone. Venne a contatto con dei pescatori, e, perciò, si ritrovò attorniato da una numerosa schiera di discepoli. Tornò sulla terraferma e si recò in Francia e fondò una delle prime grandi abbazie dell'Armorica, quella di Rhuis (di fronte all'isola di Houat), di cui divenne Abate e dove, verso il 540, scrisse la sua opera principale, De excidio et conquestu Britanniae ac flebili castigatione in reges, principes ac sacerdotes. Inoltre, erudito, conosceva la Bibbia, i poeti latini e gli Autori cristiani, e compose anche De paenitentia (manuale per la confessione delle colpe), e, in endecasillabi accentuativi, una Oratio pro itineris et navigationis prosperitate. Gilda continuò la sua predicazione in Cornovaglia, dove fondò altri monasteri, ma morì nell'Île-d'Houat, pare il 29 gennaio 570, ma venne sepolto nel Monastero di Rhuys.

Gilda

Gilda, Autore di "De excidio et conquestu Britanniae"

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